venerdì 11 dicembre 2015

La mia epilessia

Insieme
Insieme a Elisa, che ogni tanto si assenta.

Però Elisa è una cazzuta, e recupera riempiendosi la vita di affetti, amici, mix di farmaci, palestra, volontariato e chissà quanto altro ancora.


La mia epilessia

A dieci anni mi venne una febbre altissima, non riuscivo a muovermi, un lato del mio corpo era completamente paralizzato. Mia madre si spaventò a morte. Chiamò d’urgenza il pediatra, il quale, d’urgenza, insieme ai miei genitori mi portò al Salesi di Ancona.

Lì, dopo le cure del caso, mi rimandarono a casa. Con la diagnosi di Meningo-encefalite.

La Meningo-encefalite, arrivata a tradimento nella mia vita, mi lasciò uno strascico, un compagno fedele come un cagnolino, che da allora non si è mai stancato di seguirmi: l’epilessia. Non solo crisi convulsive però, anche… spaventi.

Al principio, fin quando non migliorarono le tecnologie diagnostiche: TAC e Risonanza Magnetica in particolare, mi curarono solo le crisi convulsive. Degli spaventi nessuno sapeva cosa dire. Non cadevo, non mi bloccavo completamente, ma stavo male. Mi sentivo, e mi sento ancora, come proiettata in un’altra dimensione. Assente. Ora la medicina li chiama proprio così questi stati: assenze.

Io sono assente per qualche secondo, qualche minuto a volte, poi tutto torna normale. Certo ormai lo so, però continuo a starci male. E dopo quei momenti vorrei spegnerlo io questo cervello che mi spegne. Invece, purtroppo, quasi tutte le settimane succede che mi assenti. Non importa il luogo né l’ora: io non ci sono.

Le crisi invece, grazie a un mix di farmaci, adesso le controllo piuttosto bene.

E comunque io sono una cazzuta, scusate il francesismo. Io vado avanti. E la mia vita non è fatta solo di medicine e assenze, ma è piena di affetti, amici, palestra, e anche di volontariato. Sì, per quelli che debbono affrontare le mie stesse battaglie. Per quelli che si mostrano, almeno. Non tutti lo fanno, i pregiudizi attorno a questa malattia sono ancora forti. Capita spesso che quando parlo della mia epilessia qualcuno racconti di una sorella, un fratello, una madre che hanno lo stesso problema, e poi aggiungano “ma non lo diciamo troppo in giro”.


ELISA - 11 dicembre 2015

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