sabato 25 novembre 2017

EPILESSIA E POLITICA

“Qui da noi si curano politici che sono nomi nazionali, nomi ‘forti’, non mi crederebbe se glieli facessi, ma ovviamente non glieli farò, perché, capisce, con il lavoro che fanno … insomma, sarebbero rovinati se si sapesse che soffrono di epilessia”.

Siamo a Pisa e a parlare è un neurologo che, assieme ad altri colleghi, mi ha aiutato per un pezzo che stavo scrivendo per Mente&Cervello.


Il medico mi parlò a lungo di quanto il “pregiudizio ancora oggi grava sui suoi pazienti”, o delle “difficoltà che incontrano nella vita di tutti i giorni, a partire dall’ignoranza delle persone”.

Era sincero.

Ma se è vero che il linguaggio "parla" il messaggio di cui si è fatto veicolo è che dell’epilessia delle “persone comuni” si può parlare, ma è tabù l’epilessia dei politici - specie se sono “nomi nazionali”.

E’ un curioso capovolgimento: i politici che hanno una patologia socialmente stigmatizzata non solo non se ne fanno testimonial, ma si curano in segreto.

Di Ranieri Salvadorini

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