martedì 27 febbraio 2018

SBARRE E MURI ALTI




Non ci dovrebbero essere, è la mia casa, non posso sentirmi recluso, ma da 4 anni è così, la mia epilessia ha costruito sbarre e alti muri, invisibili ed impalpabili, ma esistono.
La mia vita sociale dipende totalmente da altre persone, persone che fanno di tutto per me, persone che mi curano e che mi vogliono bene e che io ringrazio di esistere.
Ma i mie confini sono limitati, il 95% del mio esistere è vissuto dentro le mura di casa, non è facile accettare questo, sono diventato un sorvegliato speciale.
Non esco molto e quando esco chi è con me è sempre in modalità “ti vedo”. Ascolto con molta attenzione i vari discorsi, sento parlare di problemi di lavoro, di macchina nuova, di nuovi ristoranti da provare, di vacanze, di problemi anche molto più seri ma risolvibili, con una vita sociale che viaggia con la maggiore parte della gente, ma io non viaggio con loro, in qualche modo la mia epilessia mi limita, al momento devo dipendere da altri.
Sono consapevole che ci sono persone affette da epilessie che vivono una vita senza problemi, altri che convivono e combattono tutti i giorni con situazioni terribili, ma io mi sento una via di mezzo, la mia via è “vorrei ma non posso”.
Ti senti giovane, forte e con tanto da dare, ma devi fare i conti con lei, la mia epilessia, faccio di tutto per sconfiggerla e non sono solo in questa battaglia, ma questo non basta.
Tante volte mi sveglio al mattino vorrei prendere la macchina e la persona che amo e partire.
Partire per dove? Non ne ho la più pallida idea, ma solo l'idea di guidare e partire è semplicemente fantastico.
Quante idee in questi 4 anni, quanti progetti, quante cazzate mi sono balenate per la testa e forse sono state più le cazzate che i progetti e le idee, ma io vedo le sbarre e i muri, non posso dimenticarli, ma non voglio neanche lasciarli li, voglio allenarmi per saltarli.
Credetemi, in generale vivere con la mia epilessia è un allenamento continuo, mentalmente è durissimo e fisicamente ti devi abituare alle crisi. Abituarsi alle crisi..?! È una bestialità da scrivere, credo che sia impossibile abituarsi, trovate voi il termine giusto, sempre che esista.
Di tutto questo cosa rimane? Che sono un recluso, una persona imprigionata dentro la sua casa, la sua vita, la sua continua voglia di essere libero ed indipendente, un prigioniero che senza volerlo ha legato a se anche le persone a lui più care.
Si, sono sbarre ed alti muri, tanti come me vivono in queste prigioni invisibili ma forse noi abbiamo ancora qualche possibilità di scappare, MA TANTI sono già stati condannati all'ergastolo della loro vita e questo è terribile e noi abbiamo il dovere di aiutare queste persone, abbiamo il dovere di aiutare chi vive accanto a loro, non possiamo definire progresso una società che non riesce a fare questo, se non abbiamo questa mentalità non riusciremo in niente, non riusciremo a progredire.
L'uomo è l'animale più strano che vive su questo pianeta, potremmo diventare grandi ma allo stesso tempo siamo in grado di diventare sempre più piccoli ed inutili.

Homo sapiens, dotato di ragione ed irragionevole.






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