domenica 16 luglio 2017

Andiamo a Scuola



Sono passati molti anni (decenni) dal mio ultimo giorno sui banchi di scuola.. la mia vita scolastica è stata vissuta da "non epilettico", ma da quando lo sono diventato spesso mi ritrovo a chiedermi come sarebbe stato..

Non sono qui per riportare testimonianze negative o positive di chi al giorno d'oggi frequenta la scuola da epilettico (conosco personalmente storie di vita scolastica molto belle ed altre condizionate dall'indicibile ignoranza altrui..). Voglio scrivere quello che nei mie pensieri dovrebbe essere un giorno di scuola normale anche per chi è affetto dalla nostra patologia.


Inizio con  i primi  articoli della nostra Costituzione:

Gli articoli 33 e 34 



Concretamente, l’opera di promozione culturale si svolge garantendo:

— la libertà di insegnamento (art. 33, comma 1 Cost.);
— la presenza di scuole statali per tutti i tipi, ordini e gradi di istruzione (art. 33, comma 2 Cost.);
il libero accesso all’istruzione scolastica, senza alcuna discriminazione (art. 34, comma 1 Cost.);
— l’obbligatorietà e gratuità dell’istruzione dell’obbligo (art. 34, comma 2 Cost.);
— il riconoscimento del diritto allo studio anche a coloro che sono privi di mezzi, purché capaci e meritevoli mediante borse di studio, assegni ed altre provvidenze da attribuirsi per concorso (art. 34, comma 3 Cost.).

Parole semplici e precise che non lasciano spazio a nessuna interpretazione.

Ora, letto questi primi articoli, mi viene da pensare che non dovrebbe esserci nessun problema a livello istituzionale nel frequentare una scuola, ma dentro di me una vocina mi dice che forse non è così.

L'epilessia è una di quelle tematiche che evocano profonde angosce e pregiudizi ancestrali, ma queste parole, mi dico, dovrebbero essere lontane dal mio giorno di scuola. Perché? Perché   l'istituto che frequento conosce la mia patologia,  gli insegnanti conoscono la mia patologia e sanno come gestirmi in caso di crisi. Ho ripetuto due volte la parola conoscere; l'insegnante è conoscenza e trasmissione della stessa a chi non l'ha. Allora mi dico: "sono a posto, io non mi vergogno della mia patologia, gli insegnanti hanno spiegato anche ai mie compagni di banco il mio problema e gli hanno fatto capire che non sono  'diverso' ". (Poi sappiamo tutti quanto può essere cattivo ed ignorante chi ti sta vicino e ti marchia a fuoco, ma questa è una storia diversa dal tema sviluppato oggi.)

Ma poi  cosa succede: IO mi sento "diverso",  perché non posso andare a scuola in motorino e poi in macchina come tutti i mie coetanei, con  tante altre limitazioni;  allora mi isolo, divento taciturno, introverso e non mi relaziono con nessuno, le mie ore scolastiche diventano difficili a tutti i livelli e questi problemi  vengono a casa con me.

E' qui che intervengono i mie insegnanti, che, con tanta pazienza e professionalità, devono diventare una figura di riferimento per me, quasi degli amici, che con tenacia mi fanno capire che la strada intrapresa da me non porta a nulla. Devo cambiare.  A questo punto Io devo imparare e capire dai mie errori, vivere la mia patologia giornalmente alla luce del sole senza auto-pregiudizi e accettando le limitazioni che la mia patologia impone. Devo essere molto bravo a farlo: quello che sono oggi, sarà il mio futuro.

Sono due pensieri e due situazioni che mi girano nella testa, una istituzionale, precisa e ligia alla nostra costituzione dove io  non incontro nessun problema nella mia istruzione scolastica; il secondo è ancora tutto questo ma con figure di riferimento che un domani saranno ricordate da me in maniera bella e positiva.

Mi piace anche pensare che tutto questo sia valido per tutte le persone non solo epilettiche, persone che nonostante le limitazioni imposte dalla loro  malattia devono essere seguite ed aiutate in tutte le scuole, è un Nostro diritto, sancito dalla Costituzione.

Sicuramente dopo questa lettura tanti di voi diranno: "si, ma siamo in Italia...". E' vero, siamo in Italia e siamo Italiani,  ma questo non vuole dire che non  possiamo cambiare, a partire dal primo giorno di scuola.

Questo è quello che io, epilettico, vorrei trovare a scuola. Forse utopia, fantascienza, realtà, non lo so, ma vorrei che fosse così.



Articolo presente in Blog Uniti Contro l'Epilessia



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