venerdì 30 marzo 2018

IL TUMORE E' OPERABILE, MA IL RISCHIO E' ALTISSIMO

“Il tumore - evidentemente benigno, s’intende - va in profondità di diversi centimetri e invade l’aria motoria e quella della sensibilità. Asportarlo chirurgicamente è l’unica strada che lei ha per non tenersi le crisi a vita, come in ogni caso di farmacoresistenza. Ma il rischio è molto alto, il massimo.”


Scrivo da Milano, dove ieri una chirurga dell’epilessia tra le migliori d’Italia - scalzando pareri che negli anni sono stati contrastanti - mi ha chiarito un 'dubbio' che mi ‘lavorava’ dentro da anni: ‘si può asportare la massa tumorale che produce le crisi? che rischi ci sono, in caso?’

“Lei ha il 5% di probabilità che la mano sinistra le rimanga paralizzata. Per noi è altissima, di solito operiamo quando il rischio è al di sotto dello 0,1%. Inoltre, consideri che poiché la massa tumorale è molto profonda può succedere che il chirurgo non riesca ad asportarla del tutto: basta che ne rimanga una piccola parte per continuare ad avere le crisi esattamente come prima. Ci deve pensare molto bene.”

In realtà, mentre parlava era ovvio quel che stavamo pensando entrambi. Ha aspettato che mi riprendessi dalla “comunicazione” e ci siamo salutati. C’ho messo circa 40 minuti per uscire dall’ospedale - ero così frastornato che nemmeno riuscivo a capire come mi sentissi.

Dopo aver condiviso con la mia compagna e gli amici più cari, la sera ho visto un’amica (anche lei carissima) che mi ha aiutato a distrarmi e mi ha confortato - capace di non “medicalizzare” l’incontro. Ma oggi sento tutto il peso della visita, a cui mi sono deciso dopo anni di sentimenti conflittuali, rinforzati dai pareri contrastanti dei medici, poca esperienza, tecnologia ancora rozza.

E’ doloroso, e molto, avevo finalmente cominciato a sperarci. Ma almeno mi sono tolto il dubbio.

Sul piano medico, non mi rimane che continuare a sperimentare combinazioni di farmaci - sempre i soliti - alla ricerca dell’equilibrio migliore.

E poi? Pacificarsi con questa condizione e con l’ansia panica che l’accompagna per tornare presto - con nuova consapevolezza e determinazione - a fare quel che ho sempre fatto.

Ranieri Salvadorini

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