venerdì 1 giugno 2018

Un grido di dolore che anela alla libertà

Sono uscito dall'ospedale dopo quasi tre settimane, la mia epilessia era diventata furiosa, ora sono tornato e sarò più combattivo di prima. 

Ma oggi non voglio scrivere della mia malattia, ma voglio parlarvi del mio compagno di stanza, ha 60
 anni e da 21 combatte contro il Parkinson, ora è anche arrivata la demenza o declino cognitivo, non sono un medico e forse scrivo anche in maniera errata la sua situazione clinica, ma voglio comunque parlarvi di quello che vedevo e sentivo tutti i giorni. Che cosa vedevo e sentivo? 
Vedevo un uomo intrappolato, rinchiuso e incatenato dalla sua malattia, sentivo un uomo che spesso o costantemente diceva “Viva la libertà” “Viva la libertà” “Viva la libertà”.
Un grido di dolore e sofferenza terribile, lui e la sua mente entrano ed escono da realtà a noi incomprensibili, ma quel suo urlare al mondo “Viva la libertà!” rimarrà sempre con me.
Ti saluto caro amico, ti chiamo amico anche se non ci siamo mai conosciuti realmente, ma avrei voluto esserlo.

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