Una giornata come
tante, una domenica come tante, passata in balia della mia epilessia.
Giornate dove una
crisi tira l'altra, come i cioccolatini.
Giornate che già
conosco, minuti e ore che non passano mai, sdraiato nel letto di
casa.
Giornate che si
possono definire da “bollino rosso”.
Ti alzi solo ed
esclusivamente per andare in bagno (accompagnato, naturalmente) e
quando lo fai dovresti essere vestito come un giocatore da football
americano.
Ma, anche in
questa situazione, io, Davide, ho bisogno di trovare una scappatoia
mentale, è vitale questo, non posso permettermi e non voglio solo
l'oblio delle crisi.
La mia scappatoia
è semplice, come un disegno infantile: una finestra aperta. Sono
fortunato, vivo in campagna e quello che vedo dalla finestra è una
collina, poi il cielo.
Forse può
sembrare poca cosa, ma per me in quei momenti è tutto e il tutto
diventa possibile fuori da quella semplice finestra.
E' il mio mondo,
la mia vita, i mie sogni, le mie certezze, la mia dignità, il mio
spirito di voler essere Davide ad ogni costo.
Fisicamente la
malattia in questi “giri di giostra” è vincente, non posso
nulla, ma tra un giro di giostra e l'altro la mia finestra è sempre
aperta e quello che vedo, immagino, vivo, percepisco e amo è
invincibile, è solo mio e non appartiene alla mia patologia.
Quanto potere,
quanta energia in una piccola finestra...
Dicono che le
finestre sono come dei quadri. No! Se osservi con attenzione non ci
sono cornici, non ci sono colori, non ci sono soggetti in primo
piano, non ci sono paesaggi o città.
“E
allora che cosa c'è? Il nulla?”
“Ripeto,
guarda bene e dimentica quello che vedi. Ora si, in questo istante
c'è tutto quello che vuoi tu.”
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