Ecco quello che sono, non capisco mai
con la mia epilessia da che parte vado. Forse entrambe le zone? Mi
piacerebbe essere il Caravaggio della situazione e usare la luce a
mio piacimento. Ma spesso questo non è possibile, sulla tavolozza i
colori che compongono il quadro sono già pronti.
Sono consapevole di questo, ogni
giorno, settimana o mese. Misurazioni del tempo che passa.
Valutazioni di quello che è successo, valutazioni del tuo presente.
Speranze per il futuro? Tante, mai perse, mai abbandonate e cercate.
Nuovi sentieri, nuove vie, nuove strade. Un girovagare infinito per
trovare il MIO dipinto. Quello che più mi piace, quello che mi
riempirà cassetti vuoti, armadi vuoti. Una volta ricolmi e poi
lentamente svuotati dalla malattia. Crateri che la patologia forma,
plasma e modella a suo piacimento. E' ora di riempirli, forse non più
con le vecchie cose, non importa! Ne troverò di nuove.
Non posso più aspettare, devo
muovermi.
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