lunedì 18 novembre 2019

Non è facile parlarne.... ma si può, anzi si deve fare.


In questi ultimi giorni sono stato presente come relatore (grazie all'Associazione Epilessia Emilia Romagna) a tre incontri, dove il tema centrale era l'epilessia.
Non è mai facile porsi davanti a qualcuno ed esternare il proprio vissuto con la malattia, dai problemi medico/clinici fino ai problemi sociali che l'epilessia si porta dietro.
Sono stato molto contento di farlo, ancora, anzi, troppe persone sono lontane dal sapere e conoscere tutti gli aspetti di questa patologia.
Una patologia che colpisce il malato e la famiglia che vive a più stretto contatto con lui.
Non parliamo poi dei problemi sociali, come ho scritto prima, di questi, tutti, sono totalmente immersi nel buio più completo.
L'ultimo incontro si è svolto a Bologna, ero di fronte a 170 ragazzi di un liceo, sul palco con me c'erano altre tre persone affette da epilessia.
Ognuno con il suo vissuto medico, la sua storia, i suoi problemi.
I 170 ragazzi non conoscevano quasi nulla della malattia, certamente ne avevano sentito parlare, ma per loro era come un mal di denti da curare con qualche seduta dal dentista o qualche medicinale specifico.
Poi tutto è cambiato quando è iniziata la narrazione delle nostre vite che giorno dopo giorno passano con una malattia cronica, a volte più tranquilla e curabile, a volte violenta e molto difficile da tenere sotto controllo.
In questo lasso di tempo l'attenzione dei liceali è cambiata, la curiosità è diventata maggiore.
Iniziavano a capire che cosa sono veramente le epilessie, che si sviluppano sin dall'età pediatrica e possono arrivare all'età adulta e anziana.
Qui, in questi momenti, si è fatto quello che a me piace: informazione.
Informazione vera, giusta, senza troppi “paroloni”.
Eravamo in quattro e in un paio d'ore abbiamo cercato di spiegare loro che cosa sono le epilessie, secondo il nostro vissuto.
Spero che questi ragazzi si siano arricchiti e che trasmettano ad altri ciò che hanno visto e sentito.

Davide


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